Come si arriva all’insulino-resistenza e poi al diabete tipo 2? Quali sono le cause che portano a questa patologia e quali le persone a maggior rischio di sviluppare la malattia? Scopriamolo insieme.

 

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Cosa accade in cado di diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è di gran lunga la forma più diffusa di diabete in Italia e nel mondo (circa il 90% del totale dei casi). Colpisce con maggior frequenza le persone adulte, ma recentemente l’età media si è abbassata, con diagnosi in aumento tra i giovani.

 

A differenza del diabete di tipo 1, che ha un’origine autoimmune, il tipo 2 è più legato allo stile di vita e all’alimentazione.

 

Vediamo cosa succede in questi casi.

 

  • Il corpo non reagisce in modo corretto all’azione ipoglicemizzante dell’insulina
  • Siccome i livelli di zuccheri (glucosio) permangono elevati nel sangue, il pancreas viene stimolato a rilasciare quantità ancora maggiori di insulina, nella speranza che siano sufficienti a metabolizzare gli zuccheri
  • A lungo andare questa condizione si cronicizza: l’insulina non lavora a dovere, il pancreas si “esaurisce” e la glicemia sale

 

La condizione che abbiamo descritto si chiama insulino-resistenza ed è la causa principale del diabete di tipo 2.

 

Dal momento che occorrono anni prima che la malattia si manifesti tanto da dare sintomi gravi, molte persone lo scoprono per puro caso, magari attraverso analisi secondarie. Infatti, proprio perché non diagnosticato, il diabete mellito di tipo 2 provoca danni al corpo in modo silenzioso, colpendo i reni, il cuore, il cervello e gli occhi – in quest’ultimo caso fino ad arrivare a causare un edema maculare diabetico.

 

Ma come si arriva all’insulino-resistenza, e poi al diabete di tipo 2? E quali sono i fattori di rischio?

 

Identikit del paziente a rischio di diabete di tipo 2

In Europa il 36% degli adulti diabetici non sa di esserlo, e in Italia si stima ci siano almeno 1 milione di persone in questa condizione. Il diabete di tipo 2 è particolarmente pericoloso per la salute, proprio perché le persone ci convivono senza averne idea.

 

Eppure, se solo la diagnosi arrivasse in fase precoce, sarebbe molto più facile prevenire le complicanze della malattia, tra cui quelle alla vista. Anzi, la cosa migliore sarebbe capire di essere a rischio di insulino-resistenza in modo da correre subito ai ripari.

 

Scopriamo l’identikit del paziente che tipicamente si ammala di diabete di tipo 2:

 

  • Ha più di 40 anni
  • Nella sua famiglia ci sono stati casi di diabete
  • Ha una storia di sovrappeso nell’infanzia o adolescenza che continua o si sta ripresentando in età adulta
  • Per le donne: soffre di PCOS (sindrome dell’ovaio policistico) o ha sofferto di diabete gestazionale in gravidanza
  • Per gli uomini: ha un deficit nella produzione di testosterone
  • Fuma tanto o consuma regolarmente grandi quantità di bevande alcoliche
  • Tende all’ipercolesterolemia o all’ipertensione
  • Il suo girovita supera gli 88 cm se è donna e i 102 se è uomo
  • Il suo stile di vita è totalmente sedentario

 

 

Se ti sei riconosciuto, ecco cosa puoi fare

Senza allarmismi, ma se hai spuntato una o più di una tra le voci in lista, è il caso che tu vada dal medico per esporre le tue preoccupazioni. Quello che ti serve è sottoporti subito ad alcune analisi del sangue per capire se i tuoi livelli glicemici sono sopra la norma o sono borderline.

 

La buona notizia è che l’insulino-resistenza – prima che sfoci in diabete di tipo 2 conclamato, cioè in una malattia cronica – è una condizione reversibile. Con una dieta sana e un regime alimentare più controllato, attività fisica regolare e soprattutto con l’abbandono di abitudini nocive quali il fumo e l’abuso di alcol, si può riportare la glicemia in equilibrio.

 

Per questo non aspettare: se sospetti di appartenere all’identikit della persona a rischio di diabete di tipo 2, corri a farti controllare. Puoi ancora evitare di ammalarti e di incorrere nelle tante complicanze del diabete. E in ogni caso, impara ad ascoltare i segnali del tuo corpo: solo così potrai accedere per tempo a un’eventuale diagnosi precoce e dunque alle cure necessarie per mantenere una buona qualità di vita.

 

A suggerirlo è Emilio Augusto Benini, Presidente dell’Associazione Italiana Diabetici (FAND).

 


Emilio Augusto Benini: ognuno di noi deve essere protagonista della sua salute.

Fonti:

  • https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1521690X16300203
  • https://idf.org/aboutdiabetes/type-2-diabetes.html
  • https://diabetesatlas.org/
  • https://www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioContenutiNutrizione.jsp?lingua=italiano&id=5511&area=nutrizione&menu=vuoto
  • https://idf.org/our-activities/care-prevention/eye-health.html
  • https://www.nei.nih.gov/sites/default/files/2019-06/diabetes-prevent-vision-loss.pdf
  • https://idf.org/our-activities/care-prevention/eye-health/other-resources/19-dme-awareness-leaflet.html
  • https://idf.org/our-activities/care-prevention/eye-health/other-resources/16-screening-saves-sight-awareness-leaflet.html