L’edema maculare diabetico (conosciuto anche come EMD) può iniziare in modo quasi asintomatico, ma se non viene scoperto e curato tempestivamente, può portare a una grave compromissione della vista.

 

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Edema maculare diabetico: cos’è?

L’edema maculare diabetico è una complicanza della retinopatia diabetica, a sua volta provocata dal diabete. Nelle persone in cui l’iperglicemia non sia controllata, i piccoli vasi che irrorano la retina si infiammano a causa dell’eccesso di glucosio nel sangue. La conseguenza è che diventano sempre più fragili, e finiscono per essudare, rilasciando liquidi e causando l’edema maculare.

 

Tutto questo può iniziare in modo quasi asintomatico, ma nel giro di un anno si può arrivare a una grave compromissione della capacità visiva.

 

Tuttavia, preservare la vista è possibile: basta ottenere una diagnosi precoce e sottoporsi alle terapie adeguate.

 

Tipologie di edema maculare

A seconda della parte interessata dall’accumulo di fluidi, l’EMD viene classificato come:

 

  1. EMD centrale: l’ispessimento della macula ha un diametro uguale o superiore a 1 mm, che coinvolge la fovea, cioè il piccolo avvallamento in cui si trova la maggior parte dei fotorecettori, le cellule che ci consentono la visione centrale. Questa è la forma di edema maculare più severa.
  2. EMD non centrale: l’ispessimento della macula ha un diametro uguale o superiore a 1 mm, ma l’area coinvolta è quella attorno alla fovea. In questo caso si tratta di una forma meno grave di maculopatia diabetica.

 

Diabete e vista: l’EMD non arriva all’improvviso

Un edema maculare diabetico non arriva all’improvviso, ma solitamente è la conseguenza di anni di iperglicemia cronica, dovuta a un diabete non diagnosticato, diagnosticato tardivamente o non ben controllato.

 

Ad arrivare all’improvviso, in modo inaspettato e sconcertante, semmai può essere la diagnosi, specialmente per coloro che non abbiano mai avuto problemi di vista, e ancor di più per chi non sappia di essere diabetico.

 

In Italia, ai quasi 4 milioni di diabetici, va infatti aggiunto almeno un milione di persone che non sa di avere questa malattia cronica sistemica. Si tratta per lo più di adulti over 50 che sviluppano il diabete di tipo 2, una malattia particolarmente insidiosa per la salute degli occhi e della vista.

 

L’eccesso di glucosio nel sangue non diagnosticato o mal gestito, a lungo andare danneggia infatti in modo irreversibile i piccoli vasi che garantiscono l’ossigenazione di retina e macula, le aree del fondo oculare che insieme al nervo ottico consentono la messa a fuoco delle immagini e la percezione cromatica.

 

I capillari del fondo oculare finiscono così per:

 

  • Perdere tono ed elasticità
  • Diventare sempre più fragili e permeabili
  • Ridurre l’afflusso di ossigeno alla retina e alla macula
  • Essudare (significa rilasciare liquidi, cioè siero ematico)

 

A quel punto la persona diabetica sviluppa una maculopatia che, senza una tempestiva diagnosi, può condurre alla perdita della visione centrale. Ciò accade perché quei fluidi che fuoriescono dai capillari non vengono riassorbiti, e col passare del tempo si accumulano nell’area sottostante la macula, causandone un gonfiore, un ispessimento. Ecco l’edema maculare diabetico.

 

Questa escalation avviene nell’arco del tempo: anni in cui la persona non solo ignora che la salute dei suoi occhi è sempre più compromessa, ma magari non sa nemmeno di essere diabetica. Ci sono pazienti, purtroppo molti, che arrivano alla diagnosi di retinopatia diabetica o edema maculare diabetico prima ancora di scoprire di essere diabetici.

 

Sembra incredibile, ma l’esperienza di Massimo Ligustro, Presidente di Comitato Macula, conferma che è proprio così.

 


Massimo Ligustro: il ritardo diagnostico del diabete in Italia è un problema reale

 

Diagnosi precoce del diabete, per evitare l’edema maculare

L’edema maculare diabetico è una patologia grave, da cui non si guarisce, che comporta cure invasive anche se, per fortuna, efficaci, ma che si può prevenire in tanti modi, proprio perché il suo esordio non è mai acuto, ma lento e progressivo.

 

Si può agire prima, con la diagnosi precoce. Prima di tutto del diabete, stando attenti ai sintomi che, seppur sfumati, sono comunque riconoscibili, tra cui dimagrimento inspiegabile, aumento della sete e dello stimolo alla minzione, grande stanchezza.

 

Una volta che si scopra di avere il diabete, il secondo passaggio è quello di farsi seguire da un diabetologo attenendosi scrupolosamente alle sue indicazioni terapeutiche e dietetiche.

 

Edema maculare: cause e fattori di rischio 

Riassumendo, sei particolarmente a rischio di EMD, e dunque è bene che prenoti quanto prima una visita oculistica completa, se:

 

  • Hai un’iperglicemia non controllata
  • Soffri di diabete di tipo 2 asintomatico non diagnosticato
  • Hai il diabete di tipo 1 o 2, non opportunamente gestiti con le cure ipoglicemizzanti (insulina)
  • Convivi da molti anni con il diabete. Circa un terzo delle persone con diabete si ammala di edema maculare diabetico a un certo punto della vita
  • Soffri di ipertensione
  • Soffri di patologie renali croniche
  • Hai un alterato profilo lipidico (livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue troppo elevati)
  • Sei incinta e hai il diabete gestazionale
  • Soffri già di retinopatia diabetica (soprattutto della forma proliferante)
  • Soffri di una forma di diabete e hai subito negli ultimi sei mesi un intervento chirurgico di rimozione della cataratta
  • Sei in sindrome metabolica e in sovrappeso

 

Sintomi dell’edema maculare diabetico

Se però non hai ancora una diagnosi di diabete, potresti sospettare di un principio di edema maculare da questi sintomi:

 

  • Hai l’impressione che il televisore non mostri più immagini nitide e luminose? Che i colori siano spenti?
  • Hai notato un perenne senso di abbagliamento nelle ore notturne?
  • Hai l’impressione di non vederci bene con gli occhiali che indossi abitualmente?

 

Anche un caregiver o un congiunto che abiti con una persona diabetica, può accorgersi tempestivamente di problemi di vista non percepiti dalla persona stessa.

 

A cosa dovrebbe stare particolarmente attento? Ce lo spiega bene Massimo Ligustro, Presidente di Comitato Macula, la prima Associazione italiana di pazienti affetti da maculopatie o retinopatie.

 


Massimo Ligustro: i consigli del Comitato Macula su come accorgersi dei primi sintomi di edema maculare diabetico

 

L’edema maculare è spesso asintomatico e potresti avere un inizio di EMD quasi senza accorgertene, che potrebbe però progredire in fretta manifestandosi con alterazioni e deficit nella visione centrale, come immagini distorte e deformate, comparsa di macchie scure e non solo.

 

Ecco perché è bene tenere sotto controllo la situazione.

 

EMD: come ottenere una diagnosi e quali controlli fare

Il primo passo per capire se hai un problema alla visione centrale è quello di sottoporti al test della griglia di Amsler, un semplice esame di autovalutazione che puoi fare da solo a casa.

 

Ma, come anticipato, potresti avere una forma di EMD asintomatica, e in questo caso la diagnosi può arrivare solo attraverso controlli oculistici approfonditi, quali:

 

  • La visita oculistica completa. Si tratta di uno screening non invasivo e non doloroso, durante il quale l’oculista valuterà la tua acuità visiva e soprattutto l’integrità di quella parte degli occhi che comprende la retina e la macula.
  • OCT (tomografia ottica computerizzata). Esame specialistico indolore, non invasivo, che sfrutta la tecnica a infrarossi o laser per scattare delle immagini di retina e macula e scoprire se sono indebolite, e se i vasi sanguigni che le irrorano stanno rilasciando liquidi.

 

Edema maculare: cure e terapie

Una volta ottenuta la diagnosi, quali sono le cure per questo tipo di maculopatia diabetica? Lo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Stela Vujosevic, Specialista in Oftalmologia che lavora nella Clinica Oculistica Universitaria, Ospedale San Giuseppe, IRCCS MultiMedica, Milano.
Prof.ssa Stela Vujosevic, Specialista in Oftalmologia,

Clinica Oculistica Universitaria, Ospedale San Giuseppe, IRCCS MultiMedica, Milano.

Dal punto di vista della prevenzione e delle terapie, cosa aspettarci per migliorare la compliance e la qualità di vita dei pazienti con EMD?

 

L’EMD interessa pazienti spesso nel pieno della loro età lavorativa ed è molto importante sensibilizzarli sulla necessità di sottoporsi a visite e terapie ripetute nel tempo: individuare e trattare la malattia in uno stadio precoce permette, infatti, di ottenere migliori risultati in termini di mantenimento della capacità visiva.

 

Per questo mi auguro che, in futuro, si possano effettuare in modo sistematico screening periodici di tutta la popolazione diabetica, come già avviene ad esempio nei paesi del nord Europa: l’idea è che i pazienti possano essere approcciati non solo in ambiente ospedaliero, ma anche dal medico di base o in farmacia, e lì sottoporsi a fotografie del fondo oculare che poi possano essere valutate dagli specialisti, così da cogliere le iniziali alterazioni potenzialmente dannose per la vista e cominciare subito le cure.

 

Per quanto riguarda le terapie, solitamente si interviene con l’iniezione periodica di farmaci nell’occhio del paziente, e la ricerca guarda a trattamenti che abbiano una durata più lunga nel tempo rispetto a quelli attuali, così da somministrarne il minor numero possibile.

 

Si lavora inoltre a terapie che abbiano come target non uno, ma più fattori responsabili di EMD, e che possano essere cucite addosso a quello specifico paziente con quello specifico tipo di EMD (medicina personalizzata).

 

Un ultimo, importantissimo aspetto che nel futuro sarà integrato in tutte le ricerche di nuovi farmaci, è la qualità di vita dei pazienti. Spesso noi oculisti siamo concentrati su parametri come l’aspetto morfologico o funzionale della malattia, senza considerare quanto questa possa invece influenzare diversi aspetti della vita del paziente fin dai suoi primissimi segni. Segni che magari noi non riusciamo ancora a cogliere nonostante le metodiche strumentali che abbiamo a disposizione!

 

Ebbene, i farmaci del futuro dovranno avere un effetto positivo sulla malattia nel suo insieme, compresa la qualità di vita del paziente.

Fonti:

  • https://preventblindness.org/wp-content/uploads/2017/10/PB_DME_Factsheet_0.pdf
  • https://idf.org/54-our-activities/562-diabetic-macular-edema-dme.html
  • Occhioallaretina.it, anno 2021, numero 3