La retinopatia diabetica non curata è considerata una delle prime cause di ipovisione e cecità nel mondo. Scopriamo cos’è questa patologia e in quali forme può presentarsi.

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Cos’è la retinopatia diabetica

La retinopatia diabetica (conosciuta anche con la sigla RD) è una frequente e seria complicanza del diabete che colpisce i piccoli vasi sanguigni che ossigenano la retina. A causa dell’eccesso di glucosio nel sangue, questi capillari si infiammano e si indeboliscono, e di conseguenza possono occludersi o, al contrario, essudare, rilasciando sangue o fluidi e compromettendo in tal modo la capacità visiva. Inoltre, per compensare il deficit nella microcircolazione retinica, si possono formare dei nuovi piccoli vasi, a loro volta molto fragili e a rischio di rottura.

Quando la retinopatia diabetica coinvolge l’area al centro della retina chiamata macula, ricchissima di fotorecettori preposti alla visione centrale e al riconoscimento dei colori, allora parliamo, più specificamente, di maculopatia diabetica.

 

Le persone diabetiche sono tutte a rischio di retinopatia e maculopatia diabetica, soprattutto quando l’iperglicemia cronica non è efficacemente controllata.

 

Cosa può dunque fare un paziente appena ricevuta la diagnosi di diabete per evitare le complicanze oculari e visive della malattia? Ecco i consigli del Prof. Massimo Nicolò del Centro Retina Medica e Maculopatie della Clinica Oculistica dell’Università di Genova, Ospedale Policlinico San Martino IRCCS.

 


Prof. Massimo Nicolò: i consigli dell’oculista per chi ha appena ricevuto una diagnosi di diabete

La retinopatia non proliferante 

È possibile soffrire di retinopatia diabetica per molto tempo senza avvertirne i sintomi. In fase iniziale, infatti, la malattia non modifica l’acuità visiva e non provoca dolore o altro segnale di allarme. A questo stadio, la retinopatia diabetica viene definita non proliferante, ma non per questo è meno pericolosa.

L’ottimale ossigenazione della retina e della macula è garantita da una fitta rete di capillari. Purtroppo una condizione prolungata di iperglicemia, tipica delle persone diabetiche che non sanno ancora di esserlo o che non hanno una gestione ottimale della malattia, danneggia in modo serio proprio i piccoli vasi di ogni area del corpo, occhi inclusi. Così logorati, i capillari iniziano a formare dei piccoli aneurismi, e a trasudare rilasciando dei fluidi che possono raccogliersi nella macula.

A lungo andare, questi fluidi si accumulano creando un edema che comporta la visione deformata delle immagini. L’edema maculare diabetico (EMD) è quindi una delle possibili complicanze della retinopatia diabetica.

Talvolta, invece, accade l’opposto.

I capillari, danneggiati dall’eccesso di glucosio, si chiudono, creando un grave deficit di ossigeno ai fotorecettori della macula e ai tessuti del fondo oculare. In questo caso parliamo di ischemia maculare, e anche questa è una complicanza della RD che, a lungo andare, può compromettere la capacità visiva.

La retinopatia proliferante

In fase avanzata, la retinopatia diabetica può diventare proliferante. Accade che, a causa dell’incapacità dei capillari retinici di ossigenare quest’area dell’occhio, cominciano a formarsi, in modo disordinato, dei nuovi vasi, molto fragili, che si accumulano sulla macula creandone un ispessimento e disturbando la visione centrale.

Inoltre, questi neovasi si rompono molto facilmente creando delle microemorragie o possono creare delle aderenze, come delle cicatrici nella retina, e portare, nel peggiore dei casi, a un distacco della stessa.

Prof. Giuseppe Querques, Specialista in Oftalmologia,

Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute, IRCSS San Raffaele, Milano.

Parliamo di terapie per la retinopatia diabetica: è vero che bisogna diffidare di coloro che propagandano cure miracolose?

 

Per la cura della retinopatia diabetica oggi abbiamo a disposizione le terapie intravitreali, che comprendono due grandi famiglie di farmaci: gli anti-VEGF e gli steroidi.

 

I trattamenti laser rimangono una terapia “storica” con dimostrata efficacia che, laddove necessario, potrebbe essere combinata alle intravitreali.

 

Esistono infine delle terapie innovative, alcune delle quali solo in fase di sperimentazione. Ma prima di parlarne è bene attendere i risultati degli studi: la medicina di oggi, del resto, si basa sull’evidenza, e personalmente credo che creare false aspettative nei pazienti potrebbe fare tanto male quanto gli effetti secondari di terapie improprie.

 

Un punto importante che tengo a sottolineare, è che la progressione della retinopatia diabetica si può controllare molto bene, ma non si può arrivare a una guarigione definitiva. Questo è bene che i pazienti lo sappiano prima di andare alla ricerca di cure miracolose che, in realtà, non esistono. Meglio diffidare da chi le propone.