L’edema maculare diabetico non è quasi mai un fulmine a ciel sereno, ma una scoperta tardiva conseguente a un diabete non diagnosticato o mal gestito.


Un edema maculare diabetico (EMD) non arriva all’improvviso, ma solitamente è la conseguenza di anni di iperglicemia cronica, dovuta a un diabete non diagnosticato, diagnosticato tardivamente o non ben controllato. Ad arrivare all’improvviso, in modo inaspettato e sconcertante, semmai può essere la diagnosi, specialmente per coloro che non abbiano mai avuto problemi di vista, e ancor di più per chi non sappia di essere diabetico.

 

In Italia, ai quasi 4 milioni di diabetici, va infatti aggiunto almeno un milione di persone che non sa di avere questa malattia cronica sistemica. Si tratta per lo più di adulti over 50 che sviluppano il diabete di tipo 2, una malattia particolarmente insidiosa per la salute degli occhi e della vista.

 

L’eccesso di glucosio nel sangue non diagnosticato o mal gestito, a lungo andare danneggia infatti in modo irreversibile i piccoli vasi che garantiscono l’ossigenazione di retina e macula, le aree del fondo oculare che insieme al nervo ottico consentono la messa a fuoco delle immagini e la percezione cromatica.

 

I capillari del fondo oculare finiscono così per:

  • Perdere tono ed elasticità
  • Diventare sempre più fragili e permeabili
  • Ridurre l’afflusso di ossigeno alla retina e alla macula
  • Essudare (significa rilasciare liquidi, cioè siero ematico)

 

A quel punto la persona diabetica sviluppa una maculopatia che, senza una tempestiva diagnosi, può condurre alla perdita della visione centrale. Ciò accade perché quei fluidi che fuoriescono dai capillari non vengono riassorbiti, e col passare del tempo si accumulano nell’area sottostante la macula, causandone un gonfiore, un ispessimento. Ecco l’edema maculare diabetico.

 

Questa escalation questo avviene nell’arco del tempo: anni in cui la persona non solo ignora che la salute dei suoi occhi è sempre più compromessa, ma magari non sa nemmeno di essere diabetica. Ci sono pazienti, purtroppo molti, che arrivano alla diagnosi di retinopatia o edema maculare diabetico prima ancora di scoprire di essere diabetici. Sembra incredibile, ma l’esperienza di Massimo Ligustro, Presidente di Comitato Macula, la prima Associazione italiana di pazienti affetti da maculopatie o retinopatie, conferma che è proprio così.

 


Massimo Ligustro: il ritardo diagnostico del diabete in Italia è un problema reale

 

LA DIAGNOSI PRECOCE DEL DIABETE, PER PREVENIRE L’EMD

Non vedere più bene, non riuscire a mettere a fuoco un’immagine nei suoi particolari, visualizzare macchie nel campo visivo o restare abbagliati a lungo da qualunque fonte luminosa, sono solo alcuni dei sintomi tipici dell’EMD. Dal momento che la macula serve anche per distinguere i colori, una compromissione di quest’area dell’occhio comporta una visione oscurata, annebbiata, ingrigita.

 

L’edema maculare diabetico è una malattia grave, da cui non si guarisce, che comporta cure invasive anche se, per fortuna, efficaci, ma che si può prevenire in tanti modi, proprio perché il suo esordio non è mai acuto, ma lento e progressivo.

 

Si può agire prima, con la diagnosi precoce. Prima di tutto del diabete, stando attenti ai sintomi che, seppur sfumati, sono comunque riconoscibili, tra cui dimagrimento inspiegabile, aumento della sete e dello stimolo alla minzione, grande stanchezza.

 

Una volta che si scopra di avere il diabete, il secondo passaggio è quello di farsi seguire da un diabetologo attenendosi scrupolosamente alle sue indicazioni terapeutiche e dietetiche.

 

Il terzo passaggio, non meno importante per la salute della vista, è quello di sottoporsi a visita oculistica completa ed eventuali esami specialistici di secondo livello (in particolare l’OCT), che dovesse prescrivere lo specialista per indagare ulteriormente le condizioni di retina e macula.